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(last modified February 5, 2015 at 9:20am)

Ricerca vocale: perché ottimizzare il sito web per la voice search

Statistiche di utilizzo degli smart speaker

Voice Search: capiamo cos’è e come sta cambiando le ricerche degli utenti

La voice search è sostanzialmente una tecnologia di riconoscimento vocale che consente agli utenti di effettuare una ricerca dando un comando con la propria voce.

Lanciata da Google nel 2009 come interprete vocale per restituire i risultati di una normale pagina di ricerca (SERP) – quindi non proprio una “nuova” tecnologia –; oggi la ricerca vocale integra numerosi servizi e applicazioni, e il motore di ricerca stesso si sta plasmando per gestire in modo differente le varie tipologie di query (le parole che ricerchiamo sul motore di ricerca).

Tutti siamo dotati di un dispositivo mobile, ma non tutti utilizziamo la ricerca vocale allo stesso modo. All’inizio dell’articolo abbiamo riportato qualche dato interessante relativo al mercato USA; in Italia le cifre sono leggermente inferiori, ma i dati sono in forte crescita e anche gli utenti italiani trovano sempre più comodo l’utilizzo della voce, attraverso un device come lo smartphone che è sempre a portata di mano.

In pratica, possiamo considerare i vocal assistant e gli home device - come Google Home e Amazon Echo - l’equivalente tecnologico dei topolini di Cenerentola: degli “aiutanti magici” che ci aiutano a soddisfare un bisogno momentaneo. Basta un “Ok Google” ed ecco che Google Home ci imposta la sveglia, ci informa sul meteo per non farci uscire di casa senza ombrello, accende la moka elettronica, modula le luci del nostro appartamento, programma appuntamenti, ci traduce quella parola in inglese che abbiamo sulla punta della lingua, diffonde il podcast o il brano musicale che vogliamo ascoltare, ci motiva a fare sport, ci ordina la cena e molto altro ancora.

Come fa tecnicamente a fare tutto questo? I servizi di vocal search sfruttano l’enorme potenza di calcolo del Cloud Computing per interpretare gli spettrogrammi vocali, prevedendo pattern esistenti e nuovi, interpretando il linguaggio naturale grazie all’intelligenza artificiale.

Per evitare incomprensioni e garantire un’interpretazione approfondita l’analisi del parlato deve comporsi di più livelli:

  • fonetica e intonazione;
  • morfologia;
  • sintassi;
  • semantica;
  • concatenazione logica e ragionamento.

Ed è l’insieme di tutti questi elementi che porta alla corretta comprensione del messaggio e alla risposta più pertinente.

A questo punto sarà ormai ovvio che le query vocali sono completamente differenti da quelle che normalmente si digitano sulla tastiera: meno meccaniche, con un minore utilizzo di parole singole a favore di keyword long tail (a coda lunga) e frasi che assomigliano di più al linguaggio parlato quotidianamente.

Gli utenti quindi non sono più quelli degli albori di Google, non si interfacciano più con la macchina imitandone il linguaggio fatto di keyword secche. Oggi gli utenti pretendono che il web risponda come un amico tuttologo, perfettamente in grado non solo di dare la risposta corretta ma anche di interpretare la domanda nelle sue sfumature e declinazioni più umane.

E se Google si è adattato e ha migliorato la sua capacità di rispondere a richieste sempre più complesse prima con Hummingbird - capace di comprendere a fondo lo user inten - e poi con RankBrain - misterioso meccanismo che funziona attraverso la sostituzione di termini e sinonimi basandosi sul contesto desumibile dalla query stessa -; anche noi dobbiamo adattare la struttura dei nostri siti web e le relative content strategy per meglio rispondere a questa tipologia di ricerca.

Come ha detto già più di un anno fa Rand Fishkin – fondatore di Moz –, dobbiamo abbandonare completamente il vecchio concetto SEO “una keyword/argomento = una pagina”, ma la struttura dei siti, quindi delle informazioni, e la content strategy in generale, vanno ripensate in maniera più fluida, meno divisa per compartimenti stagni, perché non rispondiamo più a una domanda circoscritta e artificiale, robotica.

Ciò si deve tradurre innanzitutto in una sempre più approfondita analisi delle SERP per comprendere lo user intent e le sue variazioni nel tempo. Ad esempio, se fino a qualche anno fa chi cercava su Google “SEO specialist” aveva bisogno di un consulente per l’ottimizzazione del proprio sito, oggi chi effettua questa stessa identica ricerca si sta informando su “come diventare uno specialista SEO”, “chi è il SEO specialist e cosa fa”, “quali sono i migliori”, “quanto guadagnano”, ecc.

Quindi, non solo la ricerca da parte degli utenti cambia forma e mezzo – dalla digitazione alla voce – ma cambia nel tempo anche finalità e contesto. Cosa possiamo e dobbiamo fare? Non farci trovare impreparati davanti a questi cambiamenti!

Come ottimizzare il sito web per la voice search

1. Content Strategy: focalizzarsi su linguaggio conversazionale e FAQ

Il 41% degli utenti che usano la ricerca vocale afferma che gli sembra di parlare con un amico (Google, 2018). Queste persone si interfacciano con i loro smart speaker come se fossero esseri umani e, quindi, anche il modo in cui effettuano le ricerche vocali differisce: non usano parole chiave, ma fanno delle vere e proprie domande.

È dunque fondamentale trovare le keyword a coda lunga espresse in un linguaggio naturale (conversazionale) che più probabilmente utilizzerà il target di riferimento e ottimizzare gli snippet (titolo e descrizione che compaiono nella pagina dei risultati di ricerca) di conseguenza sperando di posizionarsi nel featured snippet. Infatti, il 40,7% delle risposte alla ricerca vocale proviene da featured snippet (Backlinko, 2018).

Come ottimizzare il sito web per la ricerca vocale

Ecco altre attività da fare:

  • creare contenuti che rispondano a vere e proprie domande (es: pagina FAQ);
  • aggiornare spesso i contenuti;
  • usare il markup dei contenuti;
  • rispondere a qualsiasi domanda esistente nella sezione “Domande e risposte” di Google My Business;
  • creare domande interessanti sui tuoi prodotti e servizi che favoriscano la conversione.

Le FAQ, in particolare, possono essere molto efficaci per il mobile, perché contengono la query di ricerca in forma di domanda e una risposta breve. Se ti mancano contenuti, controlla le recensioni per trovare nuove idee per le FAQ. Le recensioni, infatti, sono già scritte in un linguaggio naturale e sono reali richieste da parte del tuo target.

2. Ottimizzare i dati strutturati

Nelle normali SERP a cui siamo abituati non è fondamentale apparire come primo risultato in quanto è probabile che anche il secondo attragga traffico prezioso. Con la ricerca vocale, però, si ottiene in risposta solo il risultato numero uno, ovvero quello ottimizzato e posizionato meglio.

Per questo motivo, oltre a rendere i contenuti il ​​più pertinenti possibile per la query specifica e assicurarsi che le pagine siano facili da scansionare, l’altra attività da svolgere per aiutare il bot di Google a comprendere meglio i contenuti del sito è utilizzare il markup dei dati strutturati (schema.org).

Il markup dei dati strutturati – oltre a essere una buona pratica SEO per mettere in evidenza alcuni elementi della pagina in SERP – aiuta a creare metadati per i contenuti che indicano a Google di cosa si tratta ma non influiscono sulla visualizzazione da parte degli utenti.

Un’altra strategia che è possibile utilizzare per rendere i contenuti del sito maggiormente accessibili da smart speaker è la creazione di Google Action o Alexa Skills. Le Google Action ti permettono di connettere la tua app a Google Assistant (o Alexa) e offrire una risposta vocale alle ricerche vocali degli utenti.

E se non ho un’app? Nessun problema: Google crea automaticamente delle Action sulla base dei tuoi articoli, generando una pagina dedicata direttamente nella directory di Assistant.

Quando le richieste tramite Google Assistant saranno compatibili con i tuoi contenuti, Google chiederà agli utenti se sono interessati a leggere o ascoltare le tue notizie.

La vera novità lanciata da schema.org e da Google, però, è Speakable, una proprietà che seleziona le parti di testo più adatte per essere lette ad alta voce dai dispositivi che utilizzano Google Assistant.

Anche se attualmente Speakable è diffuso solo negli USA e viene utilizzato soprattutto per leggere le news, è sicuramente da tenere sotto controllo per essere pronti a utilizzarlo quando verrà il momento.

3. Mobile Friendly Is Voice Friendly

Come noto a tutti, i motori di ricerca sono passati già da un po’ al Mobile First Index imponendo di ottimizzare i siti web per la fruizione da mobile. Non possiamo sapere se un giorno si passerà al Vocal First Index, ma non sarebbe un epilogo sorprendente se si considerano i vantaggi delle ricerche vocali e dell’attuale curva di crescita.

Fortunatamente, l’ottimizzazione per l’esperienza mobile e l’ottimizzazione per la ricerca vocale non sono due attività mutualmente esclusive. Anzi, la maggior parte delle ricerche vocali proviene da mobile e molte delle attività da compiere per ottimizzare il sito web per la vocal search sono utili anche per l’ottimizzazione mobile-first.

Backlinko ha eseguito un'analisi dei potenziali fattori di ranking per la voice search e ha scoperto che i risultati della ricerca vocale si caricano il 52% più velocemente rispetto alle pagine medie:

Come cambiano le ricerche online degli utenti con la voice search

Pertanto, migliorare le performance relative alla velocità di caricamento della pagina e del sito è fondamentale per posizionarsi al meglio in entrambi i casi.

4. Ottimizzare per i risultati della ricerca locale

Pensiamoci un attimo: quali sono le attività più interessate dal fenomeno della ricerca vocale? Ovviamente le attività commerciali local!

Infatti, le ricerche vocali, soprattutto da mobile, hanno una probabilità 3 volte maggiore di far riferimento alla posizione geografica rispetto alle ricerche testuali (Search Engine Watch).

Le persone infatti utilizzano il browser o la ricerca vocale dei loro smartphone per ottenere informazioni sulle attività commerciali locali che intendono visitare (es: posizione esatta, orari di apertura, prodotti disponibili…).

Quindi, più ottimizzi contenuti e sito web per farli comparire tra i risultati di ricerche di tipo locale, più avrai ottimizzato per entrambe le tipologie di query, testuali o vocali.

Il primo passo? Ovviamente creare - o rivendicare - la scheda Google My Business della tua attività; poi sarà necessario sviluppare contenuti che rispondano facilmente a domande basate sulla posizione.

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